Nel mese di maggio, Melania Petriello ha incontrato gli studenti dell’istituto alberghiero Le streghe di Benevento. Insieme hanno parlato di Calvino e, come sempre, si sono lasciati andare al piacere della lettura. Ringraziamo Melania per averci regalato il racconto di questa giornata.
Più che al cuore, l’essenziale è visibile a chi crede nelle favole. Quelle così reali da essere il filtro giusto per interpretare linee interrotte e memorie costruibili. Capita così con Italo Calvino. Le città Invisibili sospendono il tempo delle accelerazioni e inchiodano i ragazzi al conto amaro della forza immaginifica. Ho chiesto loro di procedere in punta di piedi nel “poema d’amore”in cui è d’obbligo perdersi. Per poi ritrovarsi nel terreno del possibile, almeno del verosimile. Nelle scuole, Calvino entra solo di sguincio. Merita tempo, perché tempo chiede il suo procedere oltre il Novecento, strizzare l’occhio al mondo fiabesco del sempre, tendere la mano alla prospettiva.
I “miei” ragazzi, “miei” grazie al potere gravitazionale de Le città Invisibili, ci hanno regalato il miracolo dello stupore. Hanno avuto voglia di lasciarsi condurre, di scoprire quanto labile sia il confine tra esistente e immaginabile, di come incredibile possa rivelarsi la metafora del potere e il dramma della bellezza perfetta. Hanno scelto, perché l’attenzione si sceglie, di mettersi in proiezione, di scoprire la penna di un Calvino sconosciuto, di concedere alle mie parole il privilegio della cura. E hanno raggiunto vette inaspettate. Continua a leggere →