Fanfan
Diamo il benvenuto a bordo alla scrittrice Debora Ferretti, che ringraziamo per l’entusiasmo con cui ha abbracciato il progetto Piccoli Maestri. In attesa del primo incontro con gli studenti, Debora ci presenta una delle sue proposte di lettura: Fanfan di Alexandre Jardin.
Fanfan è il romanzo dell’adolescenza. Non perché i protagonisti sono poco più che adolescenti, ma perché celebra alcune tra le pulsioni più determinanti in questa età della vita: l’amore, la carnalità e l’affrancarsi dai genitori, dalla loro condotta e dalla loro morale.
Alexandre Jardin scrive Fanfan – il suo terzo romanzo – a ventiquattro anni. Il protagonista, che si chiama come lui e ha più o meno la sua stessa età, è un discendente di Robinson Crusoé dal quale ha ereditato determinazione e forza di volontà. Proprio come il naufrago ha resistito alle forze della natura, Alexandre sceglie di resistere a un aspetto potente della natura umana: la passione fisica, il richiamo dei sensi. Perché un ventenne degli anni ’90 si mette in testa un’idea del genere?
Perché “a nessun costo vuole farsi guidare dai cromosomi dei suoi genitori”. Loro, i grandi, lo hanno disilluso e mortificato quando aveva tredici anni, gli hanno sbattuto in faccia la debolezza dei sentimenti rispetto allo strapotere della sensualità. E lui ha reagito. In maniera del tutto anacronistica Alexandre rifiuta in consumismo affettivo e si propone come paladino dell’amore romantico, l’amore che sa aspettare, che si nutre di attesa per crescere e durare. In Jardin il tema dell’usura dei sentimenti è nodale. Fanfan è la lotta tra desiderio estemporaneo e desiderio di infinito, tra la veemenza del subito e la bellezza della prospettiva. Nella società che ha perso di vista il lungo termine, dove si ragiona per istanti e il disfacimento delle relazioni è diventato prassi, il romanzo di Jardin è un’occasione, un vero e proprio manifesto contro il vizio al consumo e l’assuefazione alla perdita.