Spunti per una politica culturale
Pubblichiamo il testo dell’intervento tenuto da Emilia Zazza il 13 febbraio 2013 presso il Teatro della Cometa, durante l’incontro La cultura oltre gli ostacoli, promosso da Nicola Zingaretti e Jean-Léonard Touadi al fine di proporre suggestioni e spunti per una politica culturale nella regione Lazio. Emilia Zazza, che ringraziamo per la condivisione, è intervenuta come rappresentante dei Piccoli Maestri e della Tribù dei Lettori.
Sono Emilia Zazza, faccio parte dei Piccoli Maestri e rappresento in questa sede anche la Tribù dei Lettori. Abbiamo voluto accomunare queste due iniziative, nate in momenti diversi, da persone diverse, perché sono unite da uno spirito e da un intento comune. Intorno a questi progetti collaboriamo da un anno e per parlare di questo mi trovo qui oggi. Cosa facciamo? E’ molto semplice: ci occupiamo di diffusione e promozione della lettura tra i ragazzi.
Noi Piccoli Maestri siamo scrittori, adottiamo un libro, un classico, non un libro scritto da noi, e lo raccontiamo, lo leggiamo nelle scuole, gratuitamente. Nasciamo a Roma, abbiamo una forte presenza sul territorio di Roma e del Lazio, ma siamo diffusi in tutta Italia, ci rivolgiamo prevalentemente a studenti delle medie inferiori e superiori.
La Tribù dei Lettori fa una cosa più complessa: istituisce un concorso “Le Scelte di classe”. Un comitato sceglie un tot di testi, la Tribù regala questi testi alle scuole che partecipano e affianca al lavoro di lettura del docente un catalogo/manuale, un ‘oggetto libro’ che comprende schede di approfondimento, suggerimenti di lavoro… le classi leggono i libri di competenza, ci lavorano attraverso il catalogo delle Scelte di Classe e votano i libri. In pochi anni Scelte di Classe è diventato, grazie alla trasparenza delle regole e al fatto che gli elettori sono i lettori, i ragazzi, un catalogo di grande autorevolezza e qualità.
Lavorando insieme copriamo tutto l’arco delle scuole dell’obbligo. Cosa c’è in gioco? Il futuro. Un dato: là dove ci sono le biblioteche, là dove le biblioteche funzionano, aumenta la vendita dei libri e, come da recente indagine, diminuisce il numero degli psicofarmaci consumati. Sappiamo bene cosa vuol dire formare un lettore, un lettore forte. Su cosa ci siamo trovati e qual è il punto del nostro intervento qui: per fare promozione della lettura, creare dei lettori che, sappiamo, diventeranno cittadini migliori, c’è bisogno di entrare nelle scuole. Già lo facciamo. Lo vogliamo fare di più e lo vogliamo fare meglio. Abbiamo un programma. Lo avevamo già e lo porteremo comunque avanti. Ma con l’appoggio della Regione i risultati sarebbero maggiori e il programma potrebbe essere più strutturato, duraturo e allargato a altre associazioni che svolgono le nostre stesse attività sul territorio.
Qual è il problema della Regione. Il problema della Regione è in realtà un problema nazionale. La situazione delle scuola, dal punto di vista strutturale, finanziario, programmatico, la conosciamo. E all’interno delle scuole le biblioteche scolastiche e i bibliotecari scolastici, così come tutti i docenti sensibili a questi temi, sono lasciati da soli, a fare un lavoro importante, difficile e ormai quasi impossibile. Quello che noi vogliamo fare, che già in parte facciamo, è metterci a disposizione di questi insegnanti, dei bibliotecari. Non siamo gli unici a credere che la promozione della lettura passi principalmente di lì. Lo sviluppo e il potenziamento delle biblioteche scolastiche è anche il primo punto dell’appello ai candidati proposto dal Forum del Libro. E’ importante che le attività di lettura, gli eventi legati alla promozione della lettura, non restino momenti singoli, ma che si garantisca una continuità. E quella continuità passa necessariamente attraverso le biblioteche scolastiche. E poi a cascata attraverso le biblioteche e le librerie.
La Regione può intervenire poco direttamente sui programmi, sulla formazione scolastica, ma può fare molto indirettamente. Le scuole hanno la loro autonomia, ma poche risorse e, spesso, poche energie. E allora perché non mappare i luoghi di eccellenza, quelle scuole dove questo funziona, e capire se c’è bisogno di un sostegno, mettendo in rete anche le altre associazioni che lavorano sul territorio, formando anche altri operatori, noi PM lavoriamo cos’, ad esempio: non ci muoviamo per tutta Italia. Ogni volta che ci chiamano cerchiamo di coinvolgere scrittori del luogo. Il rapporto diretto con il territorio è importante. Garantisce, anche qui, continuità. E allo stesso tempo mappare quei luoghi in cui invece tutto questo manca, per intervenire direttamente. Nella scuola e là dove non c’è la scuola nella biblioteca e là dove non c’è una biblioteca creandola o aiutando la nascita di librerie di settore che possano però fungere da polo di attività e che non abbiano il commercio come unico fine. Ma sappiamo che più si legge più si vendono libri.
Nei vari incontri abbiamo sentito di tante iniziative, mi viene in mente la Biblio-Libreria di Monteverde, tanto per fare un esempio di cose che già ci sono e funzionano. Mettiamole in rete. Parliamoci, riconosciamoci. Ed è importante farlo coinvolgendo direttamente gli abitanti, i cittadini, dei luoghi interessati. Biblioteche scolastiche, biblioteche, librerie, eventi, associazioni. Queste sono le cose che vanno mappate, messe in rete, in dialogo, sostenute con programmi però a scadenza triennale e non trimestrale, semestrale, annuale. E poi, visto che lo abbiamo detto: questo non è un problema specifico del territorio, ma un problema nazionale, chiediamo alla Regione di mettersi a fianco di chi a livello nazionale sta chiedendo una nuova legge sul libro e di chi, come il Forum del Libro, lancia appelli precisi, ai futuri governanti del Paese, di mettere al primo posto la cultura e quindi la lettura.
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