Sentirsi a casa in ogni luogo
Nel mese di maggio i Piccoli Maestri hanno affiancato l’Associazione Playtown Roma e sono andati nelle scuole a raccontare i libri finalisti delle Scelte di Classe. Ringraziando ancora la Tribù dei Lettori per averci proposto questa preziosa collaborazione, pubblichiamo periodicamente i report degli incontri con i ragazzi.
Sette libri e due incontri. Sette storie e due scuole di Roma. Un unico comun denominatore: i bambini. Detta così sembra facile. E “facile” è la parola che mi sono ripetuto più spesso, per tranquillizzarmi, per dirmi che alla fine sono storie e sono bambini. Mi sono detto queste cose, perché io, i bambini, li conosco poco. Conosco gli adulti, certi adulti. Alcune persone di una Roma particolare, una Roma che chiamano invisibile. Ecco: io vedo l’invisibile, ma non quell’invisibile del Piccolo Principe. No!
È la Roma dei marciapiedi, delle baracche, dei centri d’accoglienza. La Roma dei senza dimora, dove un libro diventa il privilegio di chi può permetterselo. Dove le storie di vita, acide e ferite, sono le uniche storie che ci si racconta.
Ecco perché sono emozionato: perché affronto un viaggio nuovo, su un pianeta sconosciuto. Un pianeta che mi sembra bellissimo e fragile: ed io sono pieno di spigoli, gli spigoli della miseria. Così ripasso le storie che i bambini dovranno votare. Le leggo e le rileggo studiando la topografia dell’innocenza. Mi perdo nei colori delle tavole, cavalco il vento delle illustrazioni e vado. Quando arrivo percepisco in entrambi i momenti la stessa sensazione: di essere a casa. Con i bambini sei sempre a casa. Le tensioni si sciolgono, loro ti prendono per mano e ti accompagnano dove è necessario andare. Parliamo di ogni libro con la seria leggerezza che impone l’arte del racconto. E ogni storia si annoda con la loro quotidianità.
Un gatto, un viaggio, un cappello, un pensiero… Tutto è dentro le storie. Ogni storia, in un certo qual modo, diventa “la loro storia”. Ed io resto incantato dal non detto che senza di loro sarebbe rimasto non udito. Poi votano brillando di concentrazione. Giudicando al di là di giusto e sbagliato. Votano con l’intensità di un abbraccio festoso. Respiro tutto ciò e torno nella mia Roma invisibile, certo di poter aggiungere un nuovo motivo al lavoro che faccio: ritornare a sentirsi a casa in ogni luogo, con tutti. Come fanno loro. Come fanno i bambini.
Girolamo Grammatico
Presidente Associazione di Promozione Sociale La casa di cartone
www.lacasadicartone.it
www.lanottedeisenzadimora.it
Lascia un Commento
Want to join the discussion?Feel free to contribute!