Le lezioni americane al Nomentano
Scoprii le Lezioni americane una ventina di anni fa, grazie ad un esame universitario dai propositi ambiziosi e dallo strampalato docente (il cui inserimento nel piano di studi mi fruttò il deciso rimprovero del mio relatore) e le amai moltissimo; quando ho scoperto che le proposte di letture dei Piccoli Maestri avevano accolto anche le Lezioni americane e che a prendersi carico di quel libro era proprio Vanessa Roghi, che avevo già avuto la fortuna di invitare nel liceo dove insegno, non ho resistito e l’ho invitata di nuovo.
Vanessa ha lo sguardo intelligente e il sorriso aperto che ricordavo; rivedendola mi sembra di rincontrare una vecchia amica, una di quelle con cui è facile ritrovare la sintonia anche se non ci si vede da anni. Durante le due ore in cui è stata al liceo Nomentano, nell’incontro destinato a tutte le quinte della nostra succursale (ben 5), ci ha guidato attraverso le proposte calviniane per il prossimo millennio facendocene sentire la natura necessaria e imprescindibile, ma lo ha fatto con la leggerezza pensosa auspicata da Calvino: senza questa straordinaria storica del tempo presente non avrei mai pensato alla scena finale di Miracolo a Milano come a una sorta di correlativo oggettivo della leggerezza e invece rivedere quella cavalcata finale sulle scope ha avvicinato tanto me quanto i miei studenti alla comprensione della ricerca della leggerezza come reazione al peso del vivere.
Anche nel presentare la rapidità, l’esattezza e la molteplicità Vanessa è riuscita a coniugare un’attenzione rigorosa al testo con la capacità di spaziare attraverso la letteratura, il cinema, la musica e l’attualità scegliendo esemplificazioni dei concetti chiave calviniani che, in linea con questi ultimi, erano tutte dotate di grande icasticità. Solo un esempio del procedere di Roghi: per far cogliere ai ragazzi uno degli aspetti più significativi della rapidità si è soffermata sul simbolismo di un oggetto nella narrazione e, dopo aver ripercorso efficacemente le pagine della rapidità in cui Calvino riflette sulla leggenda di Carlomagno e l’incantesimo dell’anello, ha mostrato scene significative del Signore degli anelli e di Harry Potter, scegliendo quelle in cui risultasse con maggior visibilità quel campo di forze che si sviluppa attorno all’oggetto magico.
Il momento più intenso per me è stato, non a caso, quello in cui si è svelato quel che Calvino ha significato per la futura professoressa di storia e visualità: spiegando la visibilità Vanessa Roghi ha parlato di se stessa ancora più di quanto non avesse fatto con le lezioni precedenti. Quando ci ha fatto ascoltare Via della croce di Fabrizio de André, mostrando come attraverso le parole di quel testo fosse possibile vedere davanti a noi quella folla eterogenea di personaggi che si affollano sul Golgota, dalle vedove che piangono agli apostoli che si nascondono tra la folla fino al “potere vestito di umana sembianza” di coloro che hanno condannato Gesù e ai due ladroni autenticamente commossi dal dolore di Gesù.
Forse è anche questo il senso dei Piccoli maestri: i ragazzi sono sensibilissimi all’autenticità e solo se si parla in modo autentico come ha fatto Vanessa di ciò che un libro ha significato per noi contribuendo a farci diventare quello che siamo, è possibile lasciare un segno in chi ci ascolta. E forse è anche così che si mostra lo straordinario potere della letteratura. Ancora una volta la mia gratitudine nei confronti di questa associazione è, senza alcuna retorica, infinita.
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[…] hanno parlato di Calvino, delle Lezioni americane. La professoressa Vutcci ne aveva già scritto (qui); la parola oggi a Michele, Marta, Annalisa, Valentina. Buona lettura, buon anno dai Piccoli […]
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