Report dalla Tribù – The Frozen Boy
Dalla timida reticenza alla libera espressione della fantasia
Il dibattito del 29 maggio al MAXXI di Roma con la scolaresca di una seconda media della scuola statale Renato Villoresi sul libro in concorso per le Scelte di classe, The frozen boy, ha presto focalizzato l’attenzione su due aspetti: la seconda possibilità che la vita offre, e che si può cogliere per recuperare in qualche modo ciò che è stato perduto, e il suicidio di Jim, il bambino protagonista. Tema difficile, quest’ultimo, da trattare con gli adulti e ancor più con i ragazzi. Entrambe le tematiche hanno riscontrato commenti concordi. Il primo per la sua nota di speranza, il secondo per l’aspettativa che il piccolo eroe si salvasse, suscitando non solo il desiderio di un finale diverso, ma l’idea esorcizzante di poter intervenire nella storia stessa o creandone una del tutto nuova. Dalla curiosità verso il mistero dell’ispirazione che illumina lo scrittore al lasciare affiorare delle figure dal proprio mondo interiore perché incarnassero dei personaggi, il passo è stato breve. Sono bastati pochi suggerimenti perché il dibattito evolvesse in un workshop, in cui il libro di Sgardoli, come un mentore felice, invitasse i ragazzi ad inventare una loro storia fantastica, personale e collettiva, libera di unire mostri casalinghi dagli ideali romantici a concetti ritagliati da luoghi comuni riadattati al caso; così, attraverso la lettura, il dibattito e la scrittura è nata la loro storia. È stato bello vedere nascere nei volti dei giovani lettori la consapevolezza che ogni libro ti conduce verso il mondo dell’immaginario dove è sempre possibile scrivere, correggere e cancellare, credendo di aver finito per sorprendersi, invece, di essere appena all’inizio.
Un po’ come la vita.
Elisabetta Mastrocola
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